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mercoledì 16 marzo 2011

CARCIOFI ALLA CAVOUR


La finestra del Cambio di fronte al tavolo
dove abitualmente sedeva Cavour
"Oggi abbiamo fatto la storia e adesso andiamo a mangiare.” Questa celebre frase pronunciata da Cavour nell'aprile del 1859, dopo aver letto il proclama di guerra contro l’Austria, lascia intendere tutto lo spirito di questo diplomatico abilissimo, appassionato di buona tavola oltre che di buona politica. Dal suo tavolo al Ristorante del Cambio, situato di fronte a palazzo Carignano, sede del governo e, dal 17 marzo 1861, del primo parlamento dell' Italia unita, Camillo Benso Conte di Cavour osservava tutto. L’andirivieni dei clienti e quella finestra di Palazzo Carignano dietro alla quale, fra carteggi ed incontri con i diplomatici, tesseva la tela per il futuro d’Italia.
Cavour, il Conte Camillo Benso, al Cambio era di casa tanto da diventarne l’emblema. Al punto che ancor oggi il suo posto abituale è indicato da una targa e nastri tricolore.
Il Conte abitava da quelle parti, a pochi metri c'è palazzo Cavour, dove, pochi mesi dopo, il grande statista morì, a soli 51 anni, lasciando senza guida il nuovo stato italiano. E fu, a posteriori possiamo ben dirlo, un bel guaio.


Racconta Rosario Romeo, insigne storico siciliano e ineguagliato biografo del conte, che le uniche passioni di Cavour, oltre la politica, beninteso,  erano le belle donne e la buona tavola.
Non si sposò ma sulle donne esercitava uno charme irresistibile.
Come sulla exballerina Bianca Ronzani che gli fu accanto negli ultimi anni della sua vita.
Cavour teneva la relazione segreta ma a Torino lo sapevano tutti. Alla sua giovane amante aveva comprato una confortevole villa in collina, attirandosi, per questo, l’ira dell’avarissimo e bigotto fratello Gustavo che insieme a lui godeva l’eredità di famiglia. Di Cavour, la storia ci ha consegnato il profilo di un personaggio austero, scaltro e navigato. Ed invece dietro quegli occhialetti tondi e quel fisico tarchiato si celava anche un' impenitente dongiovanni e un raffinato gourmet.
Tra i piatti che si faceva servire al Cambio vi propongo i Carciofi alla Cavour la cui preparazione è abbastanza semplice.
Servono 8 carciofi, due uova sode, un ciuffo di prezzemolo, due acciughe, burro e grana padano grattugiato
Scegliete  dei carciofi  piccoli e molto teneri, mondateli e lessateli in acqua salata.
Ultimata l'operazione sgocciolateli, spruzzateli con burro fuso, rotolateli nel grana grattuggiato e collocateli in un tegame in forno caldo (200°) per pochi minuti.
A cottura ultimata insaporiteli con l'intingolo che a parte avrete preparato in questo modo:
Sgusciate le uova sode e tritatele insieme a una cucchiaiata di prezzemolo e due acciughe lavate e spinate.
Mettete in un tegamino sul fuoco 50 gr di burro e quando sarà spumoso unite il tritato di uova, acciughe e  prezzemolo.
Mescolate, versate subito sui carciofi e servite.
Un buon Grignolino del Monferrato casalese (si tratta di un vinello rosso rubino leggermente mosso) si accompagna a meraviglia con questo piatto.
Buon appetito e buon 17 marzo!
EP

6 commenti:

Anonimo ha detto...

ma la domanda è perchè andava a mangiare a ristorante se casa sua era vicino?!?!?
non sapeva cucinare sua moglie?
era single?

Anonimo ha detto...

Era Cavour!

Anonimo ha detto...

Se leggi tutto il post si capisce, gn'

Anonimo ha detto...

Questa storia è molto carina ed interessante.

Anonimo ha detto...

Ma che domande sono? Vi interessano le ricette o il gossip dell'epoca?

Anonimo ha detto...

è un ardito parallellismo della nostra politica...
invece di parlare di progetti, si parla di ruby...
ma è un pò come il sale!
mica vogliamo mangiare sciapo...