Cerca nel blog

giovedì 31 marzo 2011


mercoledì 16 marzo 2011

CARCIOFI ALLA CAVOUR


La finestra del Cambio di fronte al tavolo
dove abitualmente sedeva Cavour
"Oggi abbiamo fatto la storia e adesso andiamo a mangiare.” Questa celebre frase pronunciata da Cavour nell'aprile del 1859, dopo aver letto il proclama di guerra contro l’Austria, lascia intendere tutto lo spirito di questo diplomatico abilissimo, appassionato di buona tavola oltre che di buona politica. Dal suo tavolo al Ristorante del Cambio, situato di fronte a palazzo Carignano, sede del governo e, dal 17 marzo 1861, del primo parlamento dell' Italia unita, Camillo Benso Conte di Cavour osservava tutto. L’andirivieni dei clienti e quella finestra di Palazzo Carignano dietro alla quale, fra carteggi ed incontri con i diplomatici, tesseva la tela per il futuro d’Italia.
Cavour, il Conte Camillo Benso, al Cambio era di casa tanto da diventarne l’emblema. Al punto che ancor oggi il suo posto abituale è indicato da una targa e nastri tricolore.
Il Conte abitava da quelle parti, a pochi metri c'è palazzo Cavour, dove, pochi mesi dopo, il grande statista morì, a soli 51 anni, lasciando senza guida il nuovo stato italiano. E fu, a posteriori possiamo ben dirlo, un bel guaio.

giovedì 10 marzo 2011

Tunnina

Il tonno, cucinato in vari modi,  è uno dei piatti preferiti a casa mia. Abbiamo il mare nel DNA. Anche se nati e cresciuti nell'unica provincia siciliana che ne è priva  le origini palermitane si fanno sentire prepotentemente.
La "tunnina" è un piatto cha appartiene alla mia infanzia e al ricordo dolcissimo della mia nonna
Una donna molto bella e brava anche in cucina.
Ne ricordo ancora il profumo  di colonia  Jean Marie Farina che in cucina si mescolava all'odore della cannella dei ravioli di ricotta e al pomodoro e menta della "tunnina"

sabato 5 marzo 2011

ROSSO LANGAROLO

Pocapaglia, piccolo paese di quelle Langhe, mirabilmente descritte da Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, è nota soprattutto per le rocche, voragini e burroni  in mezzo ai quali si ergono torri naturali di tufo, che rendono il paesaggio, come scriveva Italo Calvino,  fiabesco.
Qui ancora si raccontano leggende di strani personaggi  ai quali venne attribuita la causa di alcuni fatti inspiegabili.
Qui si racconta ancora la leggenda della Masca (strega, in dialetto) Micilina, una donna vissuta trecento o quattrocento anni fa.
Secondo la leggenda era piccola, deforme, piena di bitorzoli, con la bocca sdentata, e camminava curva, aiutandosi con il bastone, con cui disegnava strani mulinelli pronunciando parole misteriose.

Vago ricordo

ho un vago ricordo della  torta salata che si mangiava a casa della signora Enrica nel periodo natalizio. Da noi, giù al sud (siamo sempre a sud o a nord di qualcosa) durante le feste di Natale si usa organizzare "le giocate". Il chè consisteva, all'epoca della mia giovinezza,  nell'invitare quanta più gente possibile (almeno 40 persone), offrire un rinfresco e mettere il tappeto verde sul tavolo del soggiorno.
Non mi piaceva giocare a carte, però la torta salata, della quale non ho un ricordo preciso, era davvero buona, e valeva la pena di sottoporsi al fastidio di giocare, o, perlopiù,  assistere alle giocate natalizie pur di averne un pezzetto.
L'altra sera, di fronte alla prospettiva di ingollare dei cuori di carciofo bolliti, mi è venuta in mente quella pizza, o torta salata, e, seppure in una personale e, con tutta probabilità, anche parziale interpretazione, ho provato a ricrearla. alla fine il risultato è stato abbastanza vicino all'originale della signora Enrica (che ringrazio), e, tutto sommato, discreto.