Cerca nel blog

giovedì 27 gennaio 2011

Anna Frank: le ultime righe del "Diario"

 "Ho molta paura che tutti quelli che mi conoscono così come sono sempre scoprano che ho anche un altro lato più bello e più buono. Temo che mi prendano in giro, mi trovino ridicola, sentimentale e non mi prendano sul serio. Sono abituata a non essere presa sul serio, ma solo la Anne "superficiale" ci è abituata e lo può sopportare, la Anne più "profonda" invece è troppo debole (...) Oh, vorrei tanto ascoltarli, ma non riesco, se sono silenziosa e seria tutti pensano che sia uno scherzo e devo salvarmi con una battuta di spirito, per poi non parlare dei miei familiari che pensano che io stia male, mi fanno inghiottire pastiglie per il mal di testa e calmanti, mi toccano il collo e la fronte per sentire se non ho la febbre, s'informano se sono andata di corpo e criticano il mio cattivo umore. Non sopporto, quando si occupano tanto di me, allora sì che divento prima sfacciata, poi triste e alla fine torno a rovesciare il cuore, giro in fuori la parte brutta e in dentro la buona e cerco un modo per diventare come vorrei tanto essere e come potrei essere se. nel mondo non ci fosse nessun altro".




Il Diario di Anna Frank è uno dei libri  che hanno segnato il mio passaggio dall'infanzia all'età adulta. Era uno dei tanti libri che avevo in casa, penso di averlo letto a 10 anni, forse senza comprenderne fino in fondo il significato. Il Diario,  pur nella sua essenza di storia di una adolescente, mi spinse comunque, nel corso degli anni,  a interessarmi della storia degli ebrei. La copia, che lessi e rilessi  e che apparteneva a mio padre, si ridusse piuttosto male e  durante uno dei miei tanti traslochi se ne persero le tracce,  con mio grande dispiacere. Qualche anno fa, mia figlia aveva 11 anni, oggi ne ha 18, d'impulso mi ricordai del libro e pensai che doveva assolutamente leggerlo per cominciare a capire cosa fosse la storia della persecuzione nazista. Entrai con lei in libreria e glielo regalai.
Oggi, nella giornata della memoria, rileggendo le ultime righe, penso a mia figlia, così simile all'adolescente Anna che si racconta, e che a nessuno debba essere negato con la violenza di diventare adulto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Belle parole per la giornata della memoria. Bella la dedica a tua figlia.